Un equilibrio instabile tra lavoro e lavoro (con qualche piccola pausa)

Un equilibrio instabile tra lavoro e lavoro (con qualche piccola pausa)

So che gli ultimi aggiornamenti al sito risalgono a maggio, alla chiusura della prima stagione di “Ma come parli?”. La ragione principale è che a maggio ho iniziato anche a scrivere la mia tesi di dottorato (che già di per sé forse sarebbe sufficiente), poi nella “pausa” estiva ho ricominciato il lavoro nel cicloturismo e, infine, ho come l’impressione che il tempo abbia accelerato il suo scorrere: mi sono così ritrovato in autunno, con la ripresa dell’insegnamento, scadenze per articoli e convegni e, ovviamente, il lavoro sulla tesi che incombe.

Ci sono però parecchie cose in cantiere: come al solito, alcune vedranno la luce, altre no, ma va bene così. In ordine (relativamente) sparso:

  • Con Radio Mir stiamo lavorando a una nuova serie di “Ma come parli?”, ripensandone la forma originale per allargare ancora di più la nostra esplorazione sulla lingua italiana nel mondo. A questo proposito ne approfitto per segnalare il convegno internazionale “Italiano fuori d’Italia oggi: uno sguardo sulla varietà del repertorio degli emigrati” che si terrà il 15 e 16 novembre a Perugia (sarà possibile seguirlo anche da remoto).
  • Il lavoro sulla tesi sta generando frammenti di scrittura che non possono trovare spazio all’interno di un testo accademico: li sto raccogliendo in file, blog anonimi, appunti vocali. Questi frammenti stanno prendendo una forma interessante, come se puntassero nella stessa direzione della mia tesi e ne costituissero una sorta di prolungamento più sperimentale, svincolato dalle necessità scientifiche e aperto a suggestioni narrative: diverse forme di scrittura si incontrano e si mescolano per testare nuove possibilità. Digitale, scrittura, ricerca dei limiti. Per adesso non anticipo nulla, ma nei prossimi mesi credo che qualcosa potrebbe uscire.
  • Musica: io e la mia drum machine abbiamo una relazione decisamente instabile, ma un primo frammento musicale siamo riusciti a produrlo prima dell’estate. Poco più di un appunto, registrato quasi in live, solita attitudine punk, non abbastanza da essere pubblicato. L’obiettivo è creare un pezzo da pubblicare entro la fine dell’anno (obiettivo irraggiungibile, lo so: anche qua si testano limiti).
  • Ci sarebbero poi parecchie cose su cui scrivere e ragionare collettivamente, a partire da quella che in molti stanno già definendo “la morte dei social media” (che sarebbe più che auspicabile, peraltro). Mi piacerebbe moltissimo articolare elementi di riflessione, magari per un testo a più mani. Mentre il bianconiglio che ho nella testa continua a strillare “I shall be too late!”, mi rendo conto che il discorso sui social media è legato strettamente al discorso sul tempo – il suo uso ma anche la sua percezione e la sua saturazione – e importante sarebbe rallentare e sottrarsi a questa spinta a una velocità fine a se stessa (meglio: costitutiva della messa a mercato di ogni aspetto della nostra vita). Lascio qui due letture per iniziare il discorso, se ne sta già parlando, se ne riparlerà: Social media is dead, di Edward Ongweso Jr + The age of social media is ending, di Ian Bogost.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *