Provenza in bici: un percorso olfattivo-sensoriale
Now that a few months have passed after we got back to our “normal” lives – even if sometimes our minds are still struggling to fit back in the ordinary – we are thinking to keep using this website as a place to share our projects: writing, radio, music, travels… whatever they might be. I’d like to start this new use with a page I wrote for a tourist book guide about Provence that never saw the light. So here it is my kind of sensory bike guide to South Eastern France. Sorry, it’s just in Italian.
Ora che siamo tornati alle nostre vite “normali” da qualche mese – anche se le nostre teste fanno ancora un po’ fatica a riadattarsi all’ordinario – stiamo pensando di mantenere questo sito come spazio per condividere i nostri progetti: scrittura, radio, musica, viaggi… qualsiasi cosa. Mi piace iniziare questo nuovo corso con una pagina che avevo scritto per una guida turistica della Provenza che non è mai stata pubblicata. Quindi ecco una sorta di guida sensoriale per viaggiare in bici nel sud est della Francia.
Se dovessi scegliere un criterio per visitare a pedali la Provenza, forse mi affiderei al mio naso, per un ciclismo olfattivo e sinestetico, a mescolare le percezioni dei sensi – accelerate appena dalla velocità delle due ruote.
Per scaldare le gambe, potremmo cominciare dagli odori salmastri del Parco naturale regionale della Camargue – forse l’unica vera pianura dell’area; tra acquitrini, spiagge e vegetazione è possibile ammirare fenicotteri, cavalli bianchi e tori.
Da Arles, porta della Camargue, si può risalire il corso del Rodano, seguendo l’Eurovelo 17, più conosciuta come Via Rhona, oppure zigzagando a perdersi tra colline e paesi da cartolina. Dopo pochi chilometri troveremo Saint Remy de Provence e le Alpilles, una piccola catena montuosa che nasconde tesori naturali e umani. Qui si faranno più forti gli odori della garrigue: macchia mediterranea in cui si mescolano rosmarino, timo, origano… Ma nel mese di settembre sarà il profumo dell’uva a riempire le narici dei ciclisti immersi nei primi colori autunnali: la produzione di ottimi vini è una qualità di tutta la regione. Un paio di mesi dopo, a novembre, saranno le olive in maturazione, pronte per la raccolta, a diffondere i loro aromi nel paesaggio.
Un odore che fa capolino qua e là, dai campi o dalle cucine, è l’aglio, ingrediente base di molti piatti della tradizione provenzale.
L’olfatto e la vista chiamano poi verso est: il Luberon in bicicletta è forse una tappa imprescindibile per gli amanti dei bei percorsi e degli splendidi borghetti edificati sulle cime dei colli. E se si parla di cime, si parla di salite: dal Luberon all’area del Mont Ventoux la distanza è breve ma impegnativa. Tra la fine di giugno e il mese di luglio, il viola che riempie gli occhi e il profumo di lavanda che inebria l’olfatto si fonderanno in un’unica, suggestiva percezione.
La scalata al Mont Ventoux è un classico che i più ambiziosi non si faranno mancare e c’è anche l’opzione di tentare le tre salite una di seguito all’altra per poter entrare nel club dei Cinglés du Ventoux (i pazzi del Ventoux). Ma ci sono anche classici “minori”, come le Gorges de la Nesque, un canyon dai paesaggi mozzafiato.
Altri odori si fanno percepire, più discreti, a lato di tante strade: quelli pungenti dei formaggi di capra, che i produttori vendono direttamente a chi si vuole fermare per scoprirne il gusto; o ancora i tipi diversi di miele: lavanda, certo, ma anche rosmarino o garrigue – anche nella sua versione di alta montagna, forse ancora più aromatica.
Nessuna selezione di possibili percorsi sarà mai esaustiva, tanta è la varietà e tante sono le bellezze della Provenza. Il consiglio più sensato è lasciarsi conquistare dal piacere di pedalare sulle sue strade, discostandosi dai percorsi più turistici e seguendo il proprio naso, considerato anche come metaforico sesto senso.
Periodi migliori: primavera e autunno ma spesso si pedala con gioia tutto l’anno – se si evita l’altitudine nei periodi più freddi e si riposa nei giorni di mistral, il terribile vento del nord che segue il corso del Rodano le cui raffiche, in inverno, possono arrivare a 140 km orari. Per gli allergici attenzione a febbraio/marzo: i cipressi provenzali sono al massimo della loro produzione di polline… impossibile seguire l’olfatto!
I percorsi esclusivamente ciclabili sono aumentati negli ultimi anni ma spesso è sufficiente evitare gli assi principali di traffico per godersi strade secondarie meno frequentate e con asfalto di solito in ottime condizioni. In sella a una bici da corsa si può arrivare quasi ovunque, ma per spingere il desiderio di scoperta un po’ più lontano, forse è meglio viaggiare con una ibrida (touring o gravel, nelle possibili varianti) che sia in grado di affrontare sterrati e strade bianche. Per dormire non mancano le strutture ma viaggiando in bici una tenda è sempre utile e la rete di membri di WarmShowers piuttosto capillare. Antizanzare consigliato, in Camargue è obbligatorio.